Dolci Siciliani Tra folclore e tradizione

I dolci siciliani così belli, colorati, profumati, gustosi da non temere nessuna concorrenza, fanno dell’isola, la regione che vanta una tradizione  pasticcera che non trova nessun avversario in Italia e forse nel mondo; gli elementi base sono ricotta, farina, mandorle, nocciole, pistacchi, miele e frutta secca in genere.

In ogni zona della regione e per ogni festa e ricorrenza c’è un dolce accoppiato all’evento

Il fidanzato, nel momento dello scambio delle fedine, porterà in dono un cesto di frutta di pasta reale.
Alla nascita del primo figlio maschio, il compare d’anello (l’amico o il parente che ha donato agli sposi le fedi), porterà alla puerpera una “guantiera” di dolci cioè un vassoio composto da dolcetti vari, biscotti all’anice, confetti e soprattutto una treccia con fiocco rosso di zuccata (zucca candita, marmellata di zucca).

Da dove derivano i dolci siciliani?

La tradizione dolciaria vanta tre filoni:

  1.  L’ambiente contadino dove le donne di casa, per ogni festa, preparavano il dolce previsto per la circostanza
  2. I monasteri, dove le monache di clausura ingannavano il tempo, inventando dolci per gli alti prelati e vescovi.
  3. L’importazione della raffinata pasticceria svizzera, ricca di panna e crema, da parte d’importanti pasticceri svizzeri che si trasferirono in Sicilia come Rageth,Koch, Caflisch e Caviezel.

Le raffinatezze dolciarie delle monache hanno molti punti in comune con gli artistici dolci che i pasticceri di corte e i cuochi delle nobili famiglie inventavano per stupire i loro commensali; è difficile stabilire chi copiasse, però ai giorni d’oggi alcuni dolci sono rimasti esclusivi dei conventi, come il trionfo di gola.

cassata siciliana

Molti dolci tradizionali, ormai, si trovano abitualmente in commercio, come cassata, cannoli, le sfince di San Giuseppe, il gelo di melone e la cuccìa.

Altri dolci più tradizionali come il riso nero di Messina, lo Sfoglio di Polizzi e le cassatedde sono più difficili da trovare ma proprio ultimamente vi è un recupero anche di queste prelibatezze; alcune pasticcerie le ripropongono usando antiche ricette.

Il dolce, più fastoso e famoso della sicilia è la cassata, con la sua crema di ricotta , confetti argentati, frutta candita, nastri di zuccata,fiorellini di ostia, si presenta con un gusto, un odore ed con dei colori davvero unici, la più famosa e sfarzosa è quella Palermitana.

Ad ogni festa il suo dolce

La cassata è il dolce della tradizione pasquale ma troviamo anche agnelli e pecorelle di pasta reale; questi vengono raffigurati sdraitati su un prato verde; le suore di clausura di Palma di Montechiaro li preparano imbottiti di pistacchio e zuccata, a Messina l’agnello è raffigurato sdraiato in attesa di essere infornato.
Altro dolce tipico delle pasqua sono le cassatedde, pasticcioti di pasta frolla e ricotta che con qualche variante si ritrovano in ogni parte della regione.

agnello in pasta di mandorle

Un’altra festa molto sentita  è la festa dei “Morti”, per la quale troviamo pupi di zucchero e frutta martarona.La commemorazione dei defunti in Sicilia è una festa molto sentita, è una festa gioiosa da passare in famiglia dove “parteciperanno anche i morti” nascondendo (per i bambini) dolci e giocattoli.

Così la mattina del 2 Novembre i bambini giocheranno con trombette, bambole e pistole giocattolo. I famosi pupi di zucchero, una volta raffiguravano i paladini di Francia (così come i pupi Siciliani), adesso troviamo anche personaggi dei cartoon o Walt Disney.

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 Le leggende dietro l’origine dei dolci siciliani

frutta martorana

Per molti dolci esistono storie e leggende sulla loro nascita.

Per esempio si narra che le suore del Monastero della Martorana di Palermo attendevano la visita di un’illustre prelato e volevano abbellire il giardino ormai spoglio perché vi era stato il raccolto, così pensarono di rimpiazzare i frutti veri con dolci di pasta reale a forma di mandarini, arance e limoni e da qui il nome di frutta Martorana.

La cuccìa dolce tipico del giorno di Santa Lucia, ha una storia, contesa tra Palermo e Siracusa, ognuno dice che la cosa avvenne nella propria città.

Si narra che la città (Palermo o Siracusa fate voi) era sconvolta da una terribile carestia, e non sapendo più come affrontare il flagello ed a chi rivolgere le proprie preghiere, i cittadini si rivolsero a Santa Lucia che fece arrivare nel porto una nave carica di frumento, la popolazione era così affamata che non volle aspettare di macinarlo per farne farina, ma lo bollì così com’era in chicci, ed il grano bollito da allora divenne il cibo tradizionale del 13 Dicembre, questo viene condito con crema di latte o di ricotta e gocce di cioccolata.

cuccìa

Vi sono poi dolci che rimangono diffusi in zone circoscritte dell’isola, come il “gelo di mellone”, gelatina di anguria profumata al gelsomino, che è una specialità palermitana, la pignolata messinese bianca o nera, le crispelle di riso (legate alla Sicilia orientale), lo sfoglio (una torta di pastafrolla e formaggio), la cassata al forno di Siracusa, il torrone è una specialità di Caltanissetta.

Le chiavi di San Pietro, biscotti giganti a forma di chiave, i biscotti di San Martino che sono delle piccole pagnotte da bagnare nel Marsala oppure vengono imbottiti di ricotta e decorati con una glassa di zucchero.

 

Per Natale si preparano i “buccellati ” di cui ne esistono almeno due versioni, una cittadina ed una contadina.
Quelli di città sono grandi ed hanno una forma di ciambella di pasta friabile, sono riempiti di frutta secca e cioccolato, nei paesini invece sono piccoli di forma irregolare e sono ricoperti da zucchero e confetti colorati.

Una menzione importante, meritano i gelati siciliani, soprattutto quelli alla frutta, famosi in tutto il mondo.
Uniche nel mondo, infine, sono le granite che si possono gustare nel catanese e nel messinese.

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